Variante 7112

Parigi, 24 Luglio 1943

Heinrich Zemo osserva il gigantesco umanoide in armatura in piedi di fronte alla Torre Eiffel con un misto di fascino e di terrore.

“Galactus”, così ha detto di chiamarsi il gigante, sta lentamente trasformando il monumento in un bizzarro marchingegno di cui nemmeno il genio del Barone può comprendere lo scopo.

E’ passata poco più di un’ora dal suo arrivo, un’ora durante la quale Galactus è stato sotto il continuo bombardamento dell’aviazione nazista e gli incessanti colpi dell’artiglieria pesante. Zemo calcola rapidamente quante tonnellate di esplosivo hanno già tentato l’assalto contro l’invisibile campo di forza che circonda l’alieno, rendendosi conto che nulla a disposizione delle sue truppe sarà sufficiente.

-Herr Baron, non siamo riusciti a contattare né il Fuhrer né il Teschio Rosso! – lo informa un fedele luogotenente.

-Meglio così; come altro potrei dimostrare la mia superiorità ad entrambi? Portate le mie super-armi; vedremo di cosa è veramente capace questo Galactus.

-Di...di quali armi intende fare uso, Barone? - chiede il luogotenente con voce tremante.

-Del mio intero arsenale – risponde il dodicesimo Barone Zemo.

 

MARVELIT presenta

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Episodio 7 –

Guerra sulla Terra

Parte 2: Strani rinforzi

Di Fabio Furlanetto

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Royal Air Force Bomber Command

High Wycombe, Regno Unito

Flashback quasi cade dalla sedia, facendo apparire un proprio doppio temporale per impedire a se stesso di rompersi l’osso del collo.

-Galactus!? Stai scherzando!?

-Non possono esserci dubbi al riguardo: la Torcia Umana ha descritto piuttosto chiaramente Silver Surfer. Sappiamo tutti che cosa significa – risponde Marrina.

-Allora perché Spider-Girl non è a terra per il Senso di Ragno? – protesta Flashback – Dopo l’attacco degli Shi’ar stava a malapena in piedi, e questo è molto peggio...

-Forse non mi sono ancora ripresa dallo shock – si scusa Spider-Girl – O forse non è ancora arrivato. Non c’è modo di saperlo...

-Quel tizio è alto almeno trenta metri, come si fa a non accorgersene?

-Siamo nel ’43, Dead Girl. Niente TV satellitare, niente Internet, e c’è la Seconda Guerra Mondiale. Potremmo non riuscire a sapere cosa è successo prima di qualche giorno! – argomenta Spider-Girl

-Si può sapere di cosa state parlando? Cos’era quell’essere, e dove è finito Capitan Marvel? – chiede Namor.

-Lasciate che vi spieghi, perché abbiamo pochissimo tempo per agire – risponde Marrina.

Recuperando una penna, disegna qualcosa su una delle grandi cartine normalmente utilizzate per spiegare piani di guerra. E’ il ritratto di un essere umano in armatura leggera, con un bizzarro casco da cui escono lateralmente due grandi antenne.

-Ed io che credevo che Namor avesse un costume orribile – sorride la Torcia Umana.

-Razza di fiammifero troppo cresciuto – risponde il Sub-Mariner, tentando di afferrare l’androide per la collottola; quest’ultimo si incendia, costringendo il monarca sottomarino a mollare la presa.

-Namor, Torcia, non adesso – ordina Capitan America.

-Sissignore – risponde la Torcia Umana, spegnendosi e mettendosi sull’attenti.

-Scusa, Cap – mormora Namor.

-Devo chiederle di arrivare al punto, signora. Il Generale Eisenhower ci ha ordinato... – inizia Capitan America, a sua volta zittito dalla Regina di Atlantide.

-Il suo nome è Galactus ed è conosciuto come il Divoratore di Mondi; sfortunatamente, non è solo un nome orecchiabile. Galactus è un essere cosmico che si ciba di interi pianeti per placare la propria fame insaziabile. Non lasciatevi ingannare dal suo aspetto: la sua altezza varia a seconda del suo livello energetico, quindi ora potrebbe essere grande quanto un palazzo. Quello che la Torcia e Namor hanno visto è Silver Surfer, il suo araldo, il cui potere è di gran lunga superiore a qualsiasi esercito terrestre...un potere che è insignificante se paragonato a quello di Galactus.

-Si direbbe un avversario temibile, ma anche il più grande dei giganti deve avere un punto debole – la interrompe Capitan America.

-Certo, ma se il punto debole è che ogni tanto deve mangiarsi un pianeta, non è una gran consolazione – risponde Dead Girl.

-Non capite la gravità della situazione – si fa ancora più seria Marrina – Entro poche ore dal suo arrivo, forse un giorno al massimo, Galactus assorbirà tutta l’energia della Terra. Gli oceani bolliranno, la superficie sarà fusa in un oceano planetario di magma di cui assorbirà persino il calore, e alla fine la Terra esploderà lasciando solo una miriade di detriti carbonizzati. Ho conosciuto alieni il cui pianeta è stato divorato, e credetemi: qualsiasi cosa possiate immaginare per il Giorno del Giudizio, Galactus è peggio.

-Okay okay, abbiamo capito: è un tizio tosto – interviene Bucky – Quello che vogliamo sapere, signora, è come facciamo a prenderlo a calci nel sedere!

-Potremmo organizzare un massiccio contrattacco aereo; i tedeschi saranno sicuramente i primi a rispondere al suo arrivo. Se ci unissimo a loro e riuscissimo ad ottenere l’appoggio dei russi, forse faremmo guadagnare abbastanza tempo al Progetto Manhattan e alla sua “bomba atomica” – teorizza Capitan America.

-Siete davvero così stupidi? Galactus è il potere incarnato, e voi vorreste usare una bomba atomica? Un miliardo di bombe atomiche non gli farebbero neanche un graffio!

-Wow, ed io che credevo di essere il pessimista del gruppo... – si lamenta Flashback.

-Non riesco a credere che una Regina di Atlantide dimostri una simile codardia! Anche se si trattasse di Nettuno in persona, gli Invasori non esiterebbero a combatterlo se significasse la sopravvivenza del pianeta!

-Non dico che dobbiamo arrenderci – si difende Marrina – Galactus non può essere sconfitto fisicamente, ma può essere allontanato. Per prima cosa, dobbiamo andare sulla Luna e contattare l’Osservatore...

-Sulla Luna!? E come, costruendo un gigantesco razzo spaziale? – ridacchia Toro.

-E’ esattamente come faremo tra 26 anni, sapientone – lo mette a tacere Spider-Girl.

-E questo “Osservatore” chi sarebbe? Un altro alieno? – chiede Capitan America.

-E’ stato grazie al suo aiuto se la Terra è sopravvissuta all’arrivo di Galactus nella nostra linea temporale. L’Osservatore mandò la Torcia Umana a recuperare l’unica arma di cui Galactus ha paura, e lo costrinse a lasciare il pianeta.

-Vuoi dire che sarò ancora attivo nel prossimo secolo? – si meraviglia la Torcia Umana.

-Non esattamente...un’altra Torcia Umana – chiarisce Spider-Girl.

-E’ bello sapere che un giorno ne costruiranno altri come me – si rallegra l’androide, e la ragazza non ha il coraggio di contraddirlo.

-Questo piano è ridicolo – giudica Namor – Forse nel vostro tempo si può raggiungere la Luna con un pieno di benzina, o qualsiasi carburante usiate, ma per noi è impossibile.

-Forse un modo c’è – si ricorda Capitan America.

 

Al di fuori del tempo

Il Sognatore del Tempo lascia cadere a terra il mostruoso Hulk-Destino, mentre con l’altra mano riduce la Lama d’Ebano del Destino Nero in una nuvola di particelle subatomiche.

Attorno a lui, la gigantesca installazione di cristallo è rovinata dalla terribile battaglia che si è appena conclusa. L’Ascia dell’Esecutore giace a terra spezzata, così come il martello di Thor e le Bande Quantiche. Calpestando l’Occhio di Agamotto e sollevando da terra il teschio del Destino della Vendetta, il Sognatore del Tempo riprende fiato sulla pila di corpi di venti Dottor Destino.

-Stupidi. Sapevano del mio giuramento di vendetta su tutti i Victor Von Doom dell’Alleanza. Erano già morti una volta messo piede nel mio santuario...e se aveste un briciolo di buon senso, tornereste subito da dove siete venuti.

-La tua spavalderia dimostra la tua debolezza, Sognatore. Se tu fossi davvero potente come dici di essere, a cosa ti sarebbero serviti tutti questi strumenti? – chiede il Dottor Destino con il potere dell’Osservatore, indicando le macerie che fino a poco prima erano parte di un’avanzatissima tecnologia temporale.

-Non confondere la necessità di precisione con la debolezza, Destino. Perché non mi ha attaccato subito, ma hai aspettato che uccidessi i tuoi simili?

-Mai attaccare un nemico prima di averne saggiato la forza – risponde un altro Dottor Destino, avvolto dalla manifestazione fiammeggiante della Forza Fenice.

-Tipico di Destino – scuote la testa il Sognatore del Tempo, prima di rilasciare il proprio attacco energetico verso entrambi gli avversari.

La fortezza di cristallo esplode per l’onda d’urto, avvertibile ad universi di distanza.

 

USS Augusta

La Manica

25 Luglio 1943

E’ mezzanotte quando la nave di Namor atterra sul ponte dell’incrociatore pesante. Gli Invasori e gli Exiles escono dal velivolo atlantideo, avvicinati da un uomo in costume giallo che sembra essere apparso da un secondo all’altro e da una donna in costume rosso.

-E’ bello rivedervi, ragazzi...queste cosa sono, nuove reclute?

-Miss America, Trottola, questi sono gli Exiles. Torcia, pensa tu alle presentazioni – risponde Capitan America.

La leggenda vivente e Marrina si incamminano verso l’uomo in uniforme che li sta aspettando con le mani sulle anche. I due americani si scambiano un saluto militare, e Marrina ricorda di aver sentito più volte Namor parlarle dell’amicizia con quest’uomo.

-Generale, le presento Marrina I, Regina di Atlantide. Marrina, il Generale Eisenhower, comandante dell’esercito americano in Europa.

-E’ un onore, signora – risponde il Generale togliendosi il cappello – Vorrei avere più tempo per i dettagli diplomatici, ma ci sono novità dal teatro di operazioni europeo; i tedeschi stanno spostando un gran numero di truppe verso la Francia, aprendo alcune falle nella loro difesa.  Ed ho tutta l’intenzione di approfittarne.

-Generale, non ho intenzione di interferire con la vostra guerra: il nostro compito è fermare Galactus. Ma la devo avvertire, si tratta della più grande minaccia che abbia mai messo piede su questo pianeta e non può essere fermato con la sola forza militare.

-Dicevano lo stesso della Germania, signora, ma gli stiamo dando del filo da torcere.

-Invece di partire all’attacco, dovreste concentrare le vostre forze nell’evacuare l’area attorno a Galactus ed inviare sul campo l’intera popolazione super-umana statunitense.

-E’ per questo che abbiamo richiamato Miss America e la Trottola; la Legione della Libertà ci raggiungerà presto – le risponde Capitan America.

-Soltanto? Avete solamente due super-gruppi? – si scoraggia Marrina.

-Non esattamente – interviene una voce misteriosa.

Da una nuvola di fumo apparsa senza preavviso fuoriesce qualcosa di vagamente umano, in un costume verde dall’ampio mantello. Mantenendo la solita mancanza di espressione facciale, porge la mano a Marrina.

-Alcuni di noi preferiscono combattere il male da soli. Ma si sussurra il nome di Galactus persino nel Mondo delle Nebbie, e se Capitan America garantisce per voi vi presterò il mio aiuto - La sua voce è incredibilmente aliena, a malapena comprensibile come un sussurro nella notte, ma chiaramente sincera.

-Grazie dell’aiuto, Visione. Ora, credevo voleste andare sulla Luna? – chiede Capitan America, sorridendo.

 

Parigi

Galactus ha fame.

E’ un pensiero che attanaglia il Divoratore di Mondi in ogni momento, una fame immensamente superiore a quella che potrebbe provare anche il più disperato degli esseri umani. E’ ciò a cui Galactus ha pensato non appena ha posato gli occhi su questo ricco pianeta, è quello che ha continuato a pensare quando i primi componenti dell’assimilatore elementare sono scesi dall’astronave, ed è ciò che ha pensato quando le prime bombe sono state lanciate contro di lui.

La sua fame è così grande da non avergli lasciato modo di concentrarsi più di tanto sull’attacco che le forze naziste continuano da ore: in fondo la quantità di energia che deve sprecare per bloccarli  è così infinitesimale da rendere discutibile la possibilità che si sia accorto di averla usata.

Vorrebbe aver già divorato questo mondo, ma la fame è incredibile. Sa che se affrettasse i tempi, se l’assimilatore non ottimizzasse l’efficienza del processo di conversione energetica, non riuscirebbe a spremere la Terra di ogni singola goccia di nutrimento. E se così fosse, la fame tornerebbe a tormentarlo con qualche mese di anticipo.

Pur di ritardare la fame anche di un solo giorno, Galactus farebbe di tutto.

Quando un robot alto cinque metri inizia a prendere a pugni il campo di forza, però, Galactus inizia a perdere la pazienza.

-Araldo – tuona.

-Sì, mio signore Galactus? -  chiede Silver Surfer, volando all’altezza degli occhi del gigante.

-I nativi stanno disturbando il mio lavoro. Fermali.

-E’ davvero necessario, Galactus? Il loro attacco è di certo futile, e ben presto le loro vite avranno fine perché tu possa vivere.

-Il loro benessere non deve interessarti, araldo. Desidero essere lasciato in pace: fermali.

-Io...ti prego di riconsidera il tuo ordine, o potente Galactus.

-Riconsiderare?

Galactus abbassa il campo di forza, alzando una delle sue gigantesche mani e rilasciando un’ondata di energia.

 

Come sabbia spazzata via da un tornado, l’esercito tedesco scompare. Chiunque abbia in mano un’arma diretta verso Galactus, chiunque sia a bordo di un carrarmato o stia puntando contro di lui un cannone, svanisce in un batter d’occhio.

Incredibilmente, il Dormiente sopravvive all’onda. E’ solamente un prototipo: il Teschio Rosso l’avrebbe completato tra parecchi mesi, ma il genio del Barone Zemo è stato sufficiente a renderlo operativo in poche ore.

Una volta completato, il Dormiente avrebbe avuto il potere di un vulcano attivo. Anche in quel caso non sarebbe servito a niente: Galactus lo degna a malapena di uno sguardo, e dai suoi occhi fuoriescono due raggi di energia.

Il Barone Zemo si trova a chilometri di distanza, al sicuro dall’attacco aereo che sta per cominciare. Distoglie lo sguardo dal binocolo osservando la potentissima esplosione  ridurre in cenere il Dormiente, mentre l’onda d’urto rade al suolo il centro di Parigi.

L’evacuazione della città è iniziata con l’atterraggio di Galactus, ma i morti si contano a migliaia prima ancora che il primo granello di polvere abbia toccato terra.

Dietro la colossale nube di polvere che si innalza, la Torre Eiffel è perfettamente intatta. Così come il Divoratore di Mondi.

-Ricorda, araldo, questi insetti sono insignificanti rispetto alla sopravvivenza di Galactus.

Il Barone Zemo ha sentito tutto, perché la voce di Galactus è assordante anche a quella distanza. Dietro alla maschera permanentemente incollata al suo volto, il nazista è rimasto a bocca aperta: non ha mai visto, non ha mai sognato un potere simile.

Se solo potesse usarlo contro i maledetti alleati...

 

Un cratere sulla Luna

Capitan Marvel riprende i sensi, stupefatto di essere ancora vivo. Non è la prima volta in cui è costretto a scontrarti con Silver Surfer, ma nella sua linea temporale Norrin Radd aveva già rinunciato a servire Galactus, all’epoca dei loro scontri.

-Marv, riesci a sentirmi? – chiede nella sua testa Carol Danvers – Il nostro collegamento mentale si è appena ripristinato...

-Ti sento, Carol. Curioso; ero certo che Silver Surfer mi avrebbe ucciso, ma per qualche motivo si è trattenuto.

-Sta per causare la morte di miliardi di esseri umani, te ne sei scordato?

-Certo che no, ma non ho perso di vista la nostra missione: “recuperare l’arma”. Ed avendo a che fare con Galactus, può trattarsi solamente del Nullificatore Assoluto.

-Sì, ci ero arrivata anch’io. Peccato non ci sia modo di sapere dove si trovi.

-Lascia che ci pensi io – risponde il Kree, sul cui volto appare il riflesso di un infinito campo stellare. Carol non osa dire niente: quando Mar-Vell è in comunione con l’Universo tramite la Coscienza Cosmica, preferisce non essere disturbato.

-Niente da fare – è costretto ad ammettere – Per quanto mi sforzi, non riesco a visualizzarne la posizione. Se come penso si trova sulla nave madre di Galactus potrebbe essere ovunque nell’universo, anche a miliardi di anni-luce. Anche se sapessi dove si trova...

-D’accordo, ora basta. Uatu, lo so che puoi sentirmi! E so anche che sei il peggior Osservatore esistente quando si tratta di tener fede al giuramento di non-interferenza, quindi mostra subito la tua pelata o ti garantisco che saranno guai!

-Carol, non può sentirti finché sei in un’altra dimensione...

-Al contrario, io osservo ed odo tutto ciò che avviene in questo sistema solare – interviene una voce alle spalle di Capitan Marvel.

Come abbia fatto un umanoide alto tre metri a cogliere di sorpresa chi possiede la Coscienza Cosmica è irrilevante. Uatu non lo guarda neppure, gli occhi fissi sulla Terra mentre parla con una persona che non c’è.

-D’accordo. Lo so che adesso dovrei cercare di convincerti che l’umanità è ancora degna di sopravvivere eccetera, ma veniamo al sodo e dicci come recuperare il Nullificatore okay?

-Sai benissimo che non mi è permesso interferire, Carol Danvers. Se la Terra deve essere divorata da Galactus, così sia: un Osservatore non può...

-Sì sì, l’ho già sentita. Dimmi, come faresti a restare neutrale se tutto il pianeta sapesse della tua esistenza? Immagina le missioni spaziali, i tentativi di comunicazione...se invece di avere a che far con una manciata di super-umani fosse l’intera razza umana a decidere di avere a che fare con te, anche se tu restassi con le mani in mano sarebbe comunque un’interferenza.

-La razza umana sparirà entro poche ore, Carol Danvers. Non avranno il tempo di tentare un contatto.

-Forse non in questa linea temporale – risponde Capitan Marvel, che ha capito il piano di Carol – Ma su tutte le altre linee temporali che gli Exiles visiteranno? Se decidessimo di rivelare la tua esistenza su dieci altre Terre? Nella mia linea temporale, alcune piccole infrazioni ti sono state perdonate. Ma una tua scelta ora può cambiare la storia su chissà quante altri mondi...ne vale davvero la pena, solo per rifiutarci un piccolo aiuto?

L’Osservatore non parla per qualche secondo. Poi si volta, incamminandosi lentamente verso la propria cittadella.

-Sto osservando la posizione del Nullificatore Assoluto; poiché è collegato a Galactus, che ora si trova sotto la mia giurisdizione, mi è concesso. Dato che si trova all’altro lato dell’universo, il mio potere potrebbe non essere sufficiente.

La Coscienza Cosmica si attiva da sola. Per un breve istante, Capitan Marvel intravede una nave spaziale così astronomicamente colossale da contenere al proprio interno un intero sistema solare...e poi la visione svanisce, lasciandosi dietro solo il senso di meraviglia e le coordinate.

-Ho visto ciò di cui avevo bisogno – conclude Uatu, svanendo tra le ombre lunari.

-Marv, dimmi che sai dove si trova il Nullificatore...

-Lo so, Carol. E so anche perché l’Osservatore non ci ha fornito il mezzo di trasporto.

Una nuvola di fumo si innalza nel vuoto, depositando la Visione e Dead Girl sulla Luna. Sono entrambi molto sorpresi di trovare qui il Capitano.

-Piccolo il sistema solare, non trovate?

 

Parigi

Namor non si sarebbe mai aspettato di poter pilotare la propria nave sui cieli di Francia prima della fine della guerra, eppure i tedeschi sembrano aver completamente abbandonato la difesa della nazione che hanno conquistato. Quando atterra sulla capitale, capisce il perché.

Non è più una capitale, ma un cumulo di macerie.

Quello che un tempo era la Torre Eiffel risplende di luce aliena, pressoché irriconoscibile per la gran quantità di tecnologia extraterrestre a cui è stata collegata. Galactus è ben visibile anche a centinaia di metri di distanza; anche per chi ha combattuto giganteschi mostri marini, è impressionante.

Namor, Toro e la Torcia Umana si alzano in volo per una ricognizione aerea, mentre la Trottola perlustra i dintorni a super-velocità. Non è un lavoro particolarmente gravoso: ogni singola costruzione nel raggio di chilometri è crollata, i nazisti si sono già ritirati, ed il paesaggio è costellato di aerei di guerra precipitati in fiamme.

-E’ come il mondo invaso dai marziani – ricorda tristemente Spider-Girl.

-No, è molto peggio: almeno loro avevano una speranza – le fa eco Marrina.

-Wow, è ancora più deprimenti di quello che io volevo dire – mormora Flashback.

Ci sono solo silenzio e facce tristi per alcuni secondi, prima che Capitan America si decida a parlare.

-Non è finita finché non è finita. Questo Galactus può aver divorato chissà quanti mondi, ma non ha mai avuto a che fare con questa Terra: se è stato sconfitto in un altro luogo, in un’altra epoca, può essere sconfitto di nuovo! Quindi, ascoltatemi: ecco cosa dobbiamo fare...

Mentre Capitan America espone la propria tattica, Spider-Girl si avvicina a Bucky sussurrando:

-Credi che parli sul serio o è solo per motivarci?

-Se Capitan America insiste che la terra è piatta, anche la terra inizia a pensarci su.

 

Monte Wundagore

Transia

Le catene di Cyttorak che bloccano lo Spirito della Vendetta si sciolgono, e Ghost Rider si rialza in piedi. La sua fiamma è ancora debole, ma lui non può crollare proprio adesso: la sua missione di vendetta gli impone di tornare in sella.

-Ho sprecato troppe energie contro il Teschio Rosso; c’è un male ancora più grande da vendicare, su questa Terra.

Appoggiandosi alla parete della montagna, Ghost Rider zoppica fino alla proprio moto infernale. Lo sforzo necessario per non tornare nella sua forma mortale è maggiore che mai, ma non c’è tempo per questo.

E’ tempo di vendicarsi.

 

Al di fuori del tempo

Non c’è niente qui. E’ un luogo incomprensibile, dove i momenti non scorrono mai e dove la materia non può esistere...eppure, due Dottor Destino stanno contemplando qualcosa di ancora più inimmaginabile: stanno perdendo.

Non dovrebbe essere possibile, pensano. Non solo entrambi sono Destino: uno di loro possiede il potere di un Osservatore, l’altro ha assorbito la Forza Fenice.

Eppure il Sognatore del Tempo gli sta tenendo testa, anche se con un certo sforzo percepibile solo ai loro sensi ultraterreni.

-Avete distrutto la mia base di operazioni; è il massimo che possiate sperare di ottenere – li minaccia il Sognatore – A meno che il Destino Supremo in persona non si decida ad attaccarmi, voi non potete farmi niente.

-Stai bluffando – capisce il Destino Osservatore – Posso vedere lo sforzo che stai facendo solo per...

Senza dire altro, il Sognatore del Tempo abbassa il cappuccio e si toglie la maschera. I due Destino non dicono niente, restando a bocca aperta...qualcosa che molto, molto raramente è successo ad un qualsiasi Victor Von Doom. Dopodiché il Destino Osservatore cessa semplicemente di esistere.

Il Sognatore del Tempo si rivolge al possessore della Forza Fenice, uno dei membri più potenti dell’Alleanza:

-Potrei farti sparire facilmente, ma ho bisogno che tu porti un messaggio al tuo padrone...digli chi sono. E che qualsiasi altro Destino che cerchi di fare del male ai miei Exiles se la dovrà vedere direttamente con me.

 

Nave madre di Galactus

All’interno di una stanza così grande da poter contenere una città, dove nessun mortale ha mai messo piede per centinaia di milioni di anni, una nebbia misteriosa lascia cadere a terra Dead Girl.

-Che razza di modo per viaggiare...se fossi stata viva avrei creduto di morire – nota la ragazza cercando di rimettersi in sesto, appoggiandosi al muro per non crollare.

-Mi dispiace; siamo passati per la mia dimensione natale, dove le leggi fisiche sono diverse.

-E dove avete un pessimo servizio taxi. Wow, questo posto è enorme...come facciamo a trovare il Nullificatore Assoluto?

-Sotto il palmo della tua mano destra.

L’alieno ha ragione: nascosto in bella vista in mezzo a mille altri tipi di armi, l’arma più pericolosa dell’universo potrebbe essere scambiata per l’interruttore della luce.

-Meno male che Galactus non ha mai pensato di comprarsi una cassaforte...

 

Parigi

Galactus è quasi pronto. La sua tecnologia ha trasformato la Torre Eiffel da una gigantesca costruzione in metallo ad un complesso dispositivo capace di trasmutare la materia in energia. Può già pregustare questo pianeta...ma qualcosa non va.

Due nativi volano verso di lui, alzando la propria temperatura corporea fino a raggiungere un milione di gradi e rilasciando due getti di plasma incandescente nella sua direzione. Qualsiasi materiale terrestre sarebbe vaporizzato all’istante; per Galactus, è poco più di una leggera brezza.

Mentre la Torcia Umana e Toro lo distraggono, Invasori ed Exiles partono all’attacco della Torre Eiffel.

Namor, Marrina e Miss America caricano verso il convertitore universale, senza riuscire a raggiungerlo: una scarica di energia fa esplodere il terreno sotto i loro piedi, ed il Potere Cosmico ne plasma la materia per formare una prigione indistruttibile.

-Non posso permettervi di danneggiare la proprietà di Galactus – li avverte Silver Surfer.

Spider-Girl svuota due interi caricatori di fluido per intrappolare l’araldo in un grande bozzolo di ragnatela, ma è tutto inutile: Silver Surfer ne esce passandoci attraverso.

La Trottola lo colpisce migliaia di volte al secondo, muovendosi alla velocità del suono; quando Silver Surfer lo afferra per la gola, l’impatto è così grande da fargli perdere i sensi: se l’araldo non l’avesse rallentato prima di colpirlo, avrebbe sicuramente perso la testa.

Lo scudo di Capitan America rimbalza sulla fronte di Silver Surfer, distraendolo quanto basta perché Bucky ed una dozzina di Flashback gli saltino addosso.

Silver Surfer non muove un muscolo, rilasciando solo una modesta quantità di energia elettrica: non abbastanza da ucciderli, ma ben più che sufficiente per allontanarli.

-Perché continuate a combattere? Non vedete che è tutto inutile? Ben presto tutto sarà finito.

Quasi a sottolineare le parole dell’araldo, i corpi congelati della Torcia Umana e di Toro precipitano a terra. Galactus abbassa una particolare leva sul convertitore, e ciò che un tempo era la Torre Eiffel si illumina di luci aliene.

-Basta ritardi. Galactus deve nutrirsi.

 

Per un intero secondo, la Terra è condannata. Poi qualcosa appare nel cielo, una stella cadente incredibilmente luminosa che si scaglia a terra quasi alla velocità della luce.

Capitan Marvel concentra tutto il potere delle Nega-Bande in un unico colpo energetico, tagliando a metà la Torre Eiffel.

La Coscienza Cosmica gli ha mostrato il punto particolare in cui una simile azione avrebbe prodotto i danni maggiori, ed ha funzionato: l’intera costruzione esplode fragorosamente, scagliando tonnellate di materiale terrestre ed extraterrestre in ogni direzione.

Capitan America ripara i corpi della Torcia Umana e di Toro deflettendo i detriti più grandi con il proprio scudo indistruttibile; Spider-Girl afferra Bucky e salta nell’unica direzione in cui il suo Senso di Ragno non lancia segnali d’allarme.

Gli eroi bloccati all’interno della gabbia creata da Silver Surfer sono al sicuro, così come Flashback: il suo vero corpo è a parecchi metri di distanza, e deve solo far sparire i propri doppi.

Nonostante le tonnellate di detriti che gli sono cadute addosso, Galactus non muove un muscolo.

-Questo non cambia niente; posso facilmente ricostruire il convertitore con il Potere Cosmico. Una microscopica perdita di energia, ma almeno metterà fine a tutte queste interruzioni.

-Ne sei proprio sicuro, ragazzone? – urla una ragazza ai piedi di Galactus, pur di farsi sentire.

 

Dead Girl agita le braccia per farsi notare dal Divoratore di Mondi, che ha molto più interesse nel suo alleato: la Visione ha in mano il Nullificatore Assoluto, e lo sta puntando verso di lui.

-Questa è l’unica arma in tutto l’universo che anche Galactus teme, non è così?

-Galactus non teme nulla.

Una semplice occhiata del Divoratore di Mondi, ed un raggio oculare particolarmente potente, e la Visione esplode violentemente. Tutto è stato così rapido da non dare modo a nessuno di intervenire, e tutto ciò che i presenti possono fare è osservare il Nullificatore Assoluto volare nel palmo di Galactus.

-Insetti insignificanti; credevate che non tenessi d’occhio l’unica arma capace di farmi del male?

Una copia temporale di Flashback appare sul palmo della mano di Galactus, afferrando al volo il Nullificatore Assoluto.

-Adesso chi è che non teme nulla? A questa distanza, anche se attivassi solo parzialmente il Nullificatore, riusciresti a sopravvivere?

Gli occhi del Divoratore brillano di Potere Cosmico, pronto ad incenerire questo microscopico contrattempo. Silver Surfer vola verso di lui, implorandolo:

-Galactus, ti scongiuro, fermati! La tua energia potrebbe attivare accidentalmente l’arma!

-E quindi niente poteri! Chi è l’insetto, adesso? – lo sbeffeggia Galactus.

Il Divoratore di Mondi stringe il pugno in cui tiene il doppio temporale di Flashback. O meglio, teneva: l’originale lo ha fatto sparire un istante prima che venisse spiaccicato.

Sa che è il suo ultimo colpo di fortuna.

Galactus volge lo sguardo verso di lui, rilasciando un potente raggio oculare. Flashback fa a malapena in tempo ad accorgersene:

-Oh, mer-

Non conclude l’osservazione. E’ appena stato disintegrato.

 

Furiosa per ciò che ha visto, Marrina spezza le sbarre della propria gabbia con le proprie mani e le scaglia verso Silver Surfer come lance rudimentali; l’araldo le trasmuta in fiori prima che lo raggiungano.

-Araldo. Questi insetti mi hanno fatto sprecare della preziosa energia. Liberatene, mentre io ricostruisco il convertitore.

-Sì, mio signore – risponde Silver Surfer, avvertendo Invasori ed Exiles mentre il suo corpo si carica di Potere Cosmico – Non preoccupatevi. Sarà indolore.

Capitan America si prepara a lanciare il proprio scudo in un vano ultimo attacco disperato, ma non fa in tempo.

Qualcosa investe Silver Surfer, qualcosa di così veloce da essere a malapena visibile. Qualcosa in fiamme.

Ghost Rider ferma la propria motocicletta, scongelando la Torcia Umana e Toro. Attorno a lui si radunano Invasori ed Exiles.

-Scusate il ritardo, sono stato trattenuto. Qual è il piano?

-Salvare il mondo o morire nel tentativo – risponde Capitan America.

-Ah. Il solito, allora – commenta Dead Girl.

 

CONTINUA !

 

Nel prossimo numero: gli Invasori e gli Exiles contro Galactus e Silver Surfer. Inoltre, la vera identità del Sognatore del Tempo!